Oltre a essere un autore, sono anche un lettore, così ecco a voi le recension dei libri che leggo. Non mancano opere di autori e autrici emergenti molto promettenti.
Ci si ritrova quindi a leggere di uomini e donne che si incontrano per caso, su una spiaggia o su un treno ad esempio, e che vengono come ipnotizzati dallo sconosciuto, o dalla sconosciuta, che hanno di fronte.
Scoprirà a sua spese che quel luogo è ricco di cretaure simili, metà umane e metà animali, tanto che non si capisce dove inizia l'uno e finisce l'altro.
Il protagonista del romanzo è "il viaggiatore del tempo" che, sporco e malridotto, decide di invitare a cena un medico, uno psicologo e un direttore di giornale, per raccontar loro il viaggio da cui è appena tornato, fatto grazie alla sua invenzione: la macchina del tempo.
Tutto ha inizio a causa di una battaglia a cui il visconte partecipa e in cui viene ferito, rimanendo tranciato a metà, verticalmente.
Quest'ultimo tenterà di reagire alla società stessa, ma rimanendo comunque con un certo grado di frustrazione, finendo per esprimere soltanto una reazione maligna, inutile e incapace di esprimere la propria elevata natura.
Ho apprezzato proprio questo suo divenire, questo suo trasformarsi, in qualcosa di oscuro e malefico, come soltanto l'essere umano è capace di trasformarsi, soprattutto come risposta, come soluzione effimera ad un problema che lo sovrasta.
Ciò che si evince di più, è la straordinaria dote dell'autrice, capace di capire le persone, di essere così empatica da creare personaggi veri, riuscendo a mettersi quasi al loro posto nonostante non abbia vissuto realmente nei loro panni.
Le rivelazioni saranno diverse e tutte ben collegate fra loro sino a giungere all'identità dell'assassino, tra riti esoterici e fatti inspiegabili, tra tensioni e suspense.
Abbastanza semplice è capire come Bruce diventa ben presto un sospettato, non tanto del furto dei manoscritti, ma come acquirente al mercato nero delle suddette opere, che ovviamente valgono milioni.
Un romanzo volutamente semplice, ma comunque forte, capace di affrontare tematiche importanti che, specialmente le donne, si ritroveranno ad affrontare prima o poi verso il viaggio della propria esistenza.
La parte più difficile sarà convertire la zia Polly, ma ci riuscirà grazie al suo modo di fare, capace di esprimere una gioia immensa.
Un romanzo, quest'ultimo, che lascia riflettere su quanto pesino ancora le conseguenze del periodo nazista.
Un romanzo senza un vero e proprio antagonista pronto a frapporsi fra Charlotte e Werther, ma in cui si evince quanto la posizione sociale e il destino stesso possano impedire a due persone di amarsi.
Parla di quella grande voglia, che forse un po' tutti noi abbiamo avuto, di uscire dal gruppo, definitivamente. Di essere qualcosa di diverso rispetto agli altri, di non omologarci, senza che il gruppo ci punisca.