La scrittura di Benni è scorrevole e i racconti si leggono davvero con piacere senza mai essere banali o noiosi.
Il tutto si mischia dando vita a un romanzo dalle rocambolesche avventure, leggero e utile per staccare da letture molto più impegnative.
La nuova uscita che vi propongo è "Tutto sommato fu un ottimo olocausto" disponibile da giorno 14/09/2021. Scritto da @alecbogdanovic00 (Alec Bogdanovic).
Ecco i dettagli del libro:
L'autore, con la sua scrittura tanto precisa e scorrevole (infatti il libro si legge in poche ore), mentre descrive le azioni di Virginia, posa l'accento sul reale problema, che è quello della ricerca del lavoro nella nostra società. Dove si viene quasi sempre scartati, anche perchè, a volte, si è troppo qualificati.
Tra amici schizofrenici e scontri con gli zombie, in nome della sopravvivenza in un mondo distopico in cui si è costretti a vivere in colonie, viene analizzata la nostra società, dal futuro distopico sino al 2012, anno in cui "perdemmo di vista la luna" (per dirla con le parole dell'autore che riprende a sua volta un detto zen), inizia a diffondersi la Burundanga e gli smartphone diventano i protagonisti della nostra era.
L'autrice ha creato un mondo fiabesco, unico e alternativo, dove Principi Azzurri (non rigorosamente animati da cavalleria e bon ton), Principesse imprigionate nelle torri (non sempre contro la loro volontà), associazioni di cavalli bianchi (ormai stufi di fare le comparse), boschi incantati (con donne addormentate non proprio nel fior fiore dei loro anni) e persino associazioni segrete criminali (ma neanche tanto) decise a far saltare ogni lieto fine.
Così la vita di Max cambia e la depressione sembra un lontano ricordo, come se a un tratto avesse uno scopo nella vita, si trasferisce a Barcellona, con la scusa di un dottorato, e inizia a spacciare. Incontra quindi nuovi personaggi bislacchi, i suoi clienti, a cui regala un libro per ognuno. Ad ogni nuovo cliente, un libro che lo rappresenta, in base alla sua storia e al suo stile di vita.
I suoi viaggi lo portano così ad aprire la mente, scoprendosi ormai inadatto a tornare a vivere in Italia quando, sul finale del libro, torna in patria, precisamente nel sud del paese: "nella città del nulla e del ritardo". Qui ormai si evidenzia soltanto il nulla delle opportunità lavorative, il ritardo dei mezzi pubblici, il razzismo e la superiorità degli italiani su chiunque possa anche soltanto sembrare diverso.
Arthur Dent è preoccupato per la demolizione della propria dimora, ormai prossima, ma un amico lo convince a lasciar perdere, lo porta in un pub e gli spiega che non c'è da preoccuparsi per la casa, tanto la terra a sarebbe stata comunque interamente ditrutta.
I temi e le situazioni in cui si trova il protagonista sono quelli che possono fare storcere un po' il naso, trascritte come in una sorta di diario che racconta di una vita tragicomica dove il protagonista, di nome Alec, come l'autore stesso, inizia già a soffrire di stati di ansia sin dall'adolescenza, come tanti in fondo.