Non sono sicuro del fatto che non sia mai stato scritto un romanzo con assenza di dialoghi, ma sono convinto che i dialoghi rendano più efficace la narrazione di qualsiasi romanzo.
Infatti, i dialoghi sono utili soprattutto a mandare avanti la narrazione, snellendola rapidamente e intrattenendo maggiormente il lettore, che spesso non ha voglia di leggere interminabili descrizioni o informazioni dettate direttamente dal narratore.
I dialoghi sono efficaci quando, appunto, il narratore non entra in scena, ma lascia che siano i personaggi da lui creati a portare avanti il romanzo, fornendo le giuste informazioni al lettore nel momento più adatto.
Di sicuro non sarò il primo e neanche l’ultimo a parlare della regola di scrittura “Show, don’t tell”, è infatti un argomento ampiamente affrontato anche nel nostro paese dai blogger letterari e da tutti gli addetti ai lavori nel mondo dell’editoria, già conosciuta quindi dagli autori e dalle autrici più affermate. È bene però che ne venga a conoscenza anche chi sta mettendo i piedi per la prima volta nel mondo della scrittura, ma anche da chi ha già pubblicato diversi romanzi, ma non ha ancora molta dimestichezza con questa abilità, anche perché non è facile da apprendere e da dosare nel mondo più corretto.
“Show, don’t tell” si traduce letteralmente in: “Mostrare, non raccontare”. Detto così non è facile coglierne il significato, ma proverò con questo articolo a spiegarvi come è possibile mostrare qualcosa al lettore senza raccontare.
Il mostrare senza raccontare si può spiegare con il lasciar comprendere al lettore ciò che lo scrittore vuole mettere a sua conoscenza, tentando però di non descrivere la situazione in maniera diretta, bensì lasciando che il lettore ci arrivi da sé.
Tale metodo di scrittura genera nel lettore una maggiore emotività, come se stesse assistendo a una scena cinematografica, riuscendo così a tenerlo incollato alle pagine. Il lettore acquisisce quindi delle informazioni che lui stesso intuisce o deduce, mentre lo scrittore smette di raccontare per filo e per segno, descrivendo ogni cosa e puntualizzando su tutto, ma bensì diventa una sorta di guida che lascia scoprire al lettore le intenzioni della propria opera.
La scelta del titolo non è qualcosa di semplice, bisogna pensarci accuratamente e deve rispettare alcuni parametri secondo me essenziali.
Deve avere un certo impatto, descrivere con pochissime parole l’opera, ma soprattutto, deve vendere.
Il titolo è importante perché è uno tra i primissimi elementi che arriva ai potenziali lettori, se non incuriosisce nell’immediato allora avrete perso svariate vendite. Deve suonare bene e lasciare già immaginare qualcosa, come un’istantanea proiezione dell’intera opera.
Il titolo deve inoltre contenere il genere letterario dell’opera, cioè devono esserci parole che rimandando al genere in cui ricade.
Giunti sino a questo punto saprete già in quale luogo ed epoca verrà ambientata la vostra opera, quindi bisogna adattarla assecondando l’ambientazione. La mole di documentazione dipenderà dal genere dell’opera e dai temi trattati, potreste definire il tutto cavandovela con poco oppure impiegare settimane, o addirittura mesi, dietro ad altri volumi capaci di far luce su cose che non avete mai studiato e che non potete fare a meno di imparare. Dipenderà tutto da voi, ma è essenziale sapere che più vi documenterete e più l’opera ne sarà arricchita, rendendola più vera e credibile.
Avete scritto la sinossi e avete sviluppato persino un riassunto per ogni capitolo, avrete già in mente chi sono i personaggi della vostra opera, sapete da dove vengono, cosa fanno nella vita, che carattere hanno e perché lo hanno sviluppato, inoltre conoscete le relazioni che ci sono fra di loro, chi sono i buoni e i cattivi, il loro ruolo nella storia e persino la loro età, nonché il loro aspetto fisico e il loro abbigliamento.
Forse alcuni di questi aspetti non li conoscete ancora, ma non è essenziale che siano del tutto chiari in questa fase, lo saranno durante la stesura del libro, avete comunque già tanto materiale. Potete quindi iniziare già in questo momento a compilare le schede dei personaggi.
Altro step che ritengo importante per avere un quadro preciso dell’opera che si sta per iniziare a scrivere è la progettazione dei capitoli.
Alla base c’è sempre il principio della sinossi e infatti si utilizza proprio questo strumento, già visto nella parte precedente di questo articolo, per poter descrivere eventi, ambientazioni e personaggi, approfondendoli e suddividendo tutto in capitoli. In pratica è come riscrivere la sinossi stessa, ma specificando cosa avviene all’interno dell’opera che si vuole scrivere, sezionandola capitolo per capitolo. Anche questa nuova progettazione vi sarà utile durante la stesura vera e propria della vostra opera.
Cosa è la sinossi? Intanto iniziamo dicendo cosa non è. Non è assolutamente la trama di un libro!
Troppo spesso ho visto confondere le due cose, quindi mi preme spiegare la loro differenza. La trama è una breve descrizione dell’opera che ha lo scopo di invogliare al suo acquisto e quindi poi a leggerla, deve essere più breve della sinossi, e soprattutto non deve assolutamente contenere spoiler o addirittura il finale. Verrà scritta dopo la stesura del testo, anche poco prima della pubblicazione, per poi essere riportata sulla quarta di copertina.
La sinossi invece è ben altra cosa, deve comunque essere breve, ma può anche arrivare a riempire una pagina di foglio A4, il suo scopo è quello di raccontare ciò che accade nell’opera, descrivendo situazioni importanti, eventi e i personaggi principali, inoltre, deve assolutamente comprendere il finale, perché chi legge la sinossi deve aver chiaro ogni aspetto dell’opera. Di solito sono le case editrici che richiedono la sinossi, così da poter avere già un quadro abbastanza completo dell’opera senza doverla leggere, giusto per capire se può fare al caso loro e quindi essere letta e pubblicata.
La sinossi è quindi qualcosa che va scritta dopo la stesura dell’opera, quando anche lo scrittore è cosciente di ciò che ha scritto e può quindi farne un sunto.
Benvenuti in questa serie di articoli in cui metto a disposizione dei lettori del mio blog la mia esperienza di scrittura. Non sarà molta e di sicuro neanche superiore a quella di molti altri autori e autrici emergenti come me. Quindi questi miei articoli sono soltanto un modo per condividere il mio percorso, fornendo piccole nozioni che potrebbero interessarvi. Prendete ciò che vi è utile e da lì progredite, diceva un filosofo cinese.
Io penso che alla base della scrittura ci sia la forte volontà di inventare qualcosa, e nello specifico, qualcosa da raccontare e la necessità di farla conoscere. Se sentite in voi questa sensazione, questa voglia innata di condividere una storia di vostra invenzione, o dei fatti realmente accaduti, allora avete fatto il primo passo verso la scrittura.