I vantaggi di questo approccio sono diversi: innanzitutto si sviluppano già gli eventi principali, descrivendoli maggiormente e consolidando l’intreccio dell’opera. Ma non solo, si può già decidere come è meglio lasciar terminare un capitolo, creando la giusta suspense che spinge il lettore a voler continuare leggendo quello successivo. Se conoscete già la suddivisione dei capitoli e quindi la divisione degli eventi, allora sarete anche agevolati durante la scrittura, perché potreste decidere di porvi l’obiettivo di terminare il capitolo iniziato, riuscendo così a scrivere di più, avendo quindi dei punti di riferimento.
Potete anche decidere di dare un titolo a ogni capitolo già in questa fase, ma non è necessario, anzi, probabilmente vi verrà in mente un titolo più appropriato non appena avrete finito di scriverlo in fase di stesura. Quindi potete tralasciare i titoli dei capitoli, anzi potete anche non darne affatto, neanche successivamente, se non vi aggrada l’idea.
La divisione in capitoli di un’opera, specialmente per un romanzo, è essenziale! A nessuno piace leggere un romanzo che è stato impostato senza delle pause, degli stacchi o dei semplici numeri progressivi. Il lettore ha bisogno di sapere quando può fare pausa dalla lettura e deve quindi avere dei riferimenti.
Per assurdo, penso che un romanzo possa essere letto tutto d’un fiato se suddiviso bene in capitoli, quindi lasciando sempre elementi di curiosità al lettore alla fine di ogni capitolo, anziché impostarlo senza suddivisioni, nonostante il testo sia il medesimo. Davanti a un romanzo con capitoli lunghissimi, o addirittura senza la suddivisione, il lettore tenderà a voler far pausa più spesso, snervato dalla mancanza di punti di riferimento.
Nella quarta parte di questo articolo tratterò le schede personaggio.