Trama
La signorina Mary Morstan, una giovane al cui fascino il dottor Watson non si mostra indifferente, si rivolge a Sherlock Holmes chiedendogli aiuto per rintracciare il padre, misteriosamente scomparso qualche anno prima e, forse, tornato a farsi vivo con l'invio di preziosi regali. Un'intricata storia che affonda le radici nella lontana India coloniale, tra le torbide vicende di un tesoro macchiato di sangue.
Recensione
Dall'India con furore
Era da anni che non leggevo qualcosa di Arthur Conan Doyle e ho ripreso alla grande con questo giallo classico con protagonista il grande Sherlock Holmes.
Questa volta, il detective più famoso di Londra e il suo amico, il Dr. Watson, si ritrovano al centro di un delitto a scopo di rapina.
La refurtiva è un vero tesoro, composto da perle, zaffiri, rubini, diamanti e tante altre pietre preziose, con annesso antico scrigno, proveniente direttamente dall'India.
L'uomo rinvenuto morto a causa di un dardo avvelenato, era figlio di un ufficiale inglese, il Capitano Sholto, che a suo tempo aveva rinvenuto il tesoro durante il suo servizio in India, insieme a un altro militare di nome Morstan. Il tesoro era stato rubato al Raja da una banda di quattro uomini finiti in prigione a causa del misfatto, per mano dello stesso Capitano Sholto.
L'anziano Sholto, tornato a Londra, dopo diversi anni e ormai prossimo alla morte, decide che parte di quel tesoro deve andare alla figlia, Mary, del suo migliore amico, ormai morto.
I figli di Sholto vengono a sapere del tesoro e lo trovano, ma la parte spettante a Mary non arriverà mai nelle sue mani a causa dell'efferato delitto.
Anche questa volta il romanzo viene diviso in due parti: le indagini di Sherlock Holmes e la storia del tesoro che ha la sua origine nell'India di fine Ottocento.
La lettura è intrigante e non annoia, adatta a chi ama l'ambientazione della Londra vittoriana come me.
Ho visto anche la versione cinematografica del 2001 che consiglio
Valutazione
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