Trama
Sullo sfondo di una Londra cupa e fuligginosa, Oliver Twist, un piccolo orfano la cui madre è morta dandolo alla luce, vive le sue avventure. Allevato per nove anni in un ospizio di mendicanti, dove ha conosciuto soprattutto fame, duro lavoro e severe punizioni, Oliver finisce coinvolto suo malgrado in una serie di imprese criminose e alla fine viene tratto in salvo e adottato da un gentiluomo. Aperto atto di denuncia contro lo sfruttamento minorile così diffuso nell'Inghilterra della Rivoluzione industriale, "Le avventure di Oliver Twist" (1837) è un'opera affascinante e coinvolgente, il ritratto commovente di un'infanzia negata condotto con verve realistica, freschezza di scrittura e una sottile, irresistibile vena di humour nero.
Recensione
Scritto benissimo, ma troppo dettagliato e ingarbugliato per i miei gusti
Niente da dire sull'abilità di Charles Dickens come scrittore e narratore, ma secondo me Oliver Twist poteva essere raccontato in maniera migliore.
Questo mattoncino che conta più di 500 pagine (inizialmente pubblicato a puntate) è stato per me pesante da digerire. Troppi intrighi, bugie e, soprattutto, troppi personaggi che si nascondono per giunta dietro a delle maschere.
La trama è complessa e articolata, sicuramente un'ottima storia che spinge il lettore a continuare la lettura, spinto dalla curiosità di sapere se Oliver Twist avrà un riscatto dalla vita che gli è stata imposta.
Oliver è un personaggio che fa tenerezza, ma anche il protagonista meno protagonista che abbia mai conosciuto. Non sono riuscito ad affezionarmi a questo bambino, orfano, che non riesce ad alzare la testa e che viene costantemente rapito, o soggiogato, dalla maggior parte delle persone che conoscerà lungo il romanzo. L'unica sua iniziativa penso sia stata la fuga a Londra, in cui ha dovuto camminare per molti chilometri.
Prima di questo evento, però, è stato in un orfanotrofio, per poi essere sfruttato da una piccola impresa di pompe funebri.
A Londra le cose migliorano, anche se di poco. Viene accolto da una banda di ladri capitanati dal vecchio Fagin, un ebreo che sfrutta i ragazzini e li addestra nell'arte del furto. Oliver finisce così, in brevissimo tempo, dinanzi a un magistrato, nonostante non avesse rubato nulla.
La vittima del furto, un nobiluomo, viene a sapere della sua innocenza e ritira quindi la denuncia. Inoltre farà molto per il piccolo Oliver, dandogli persino alloggio e trattandolo come un figlio. Ma Fagin non può permettere che Oliver vada in giro a spifferare il nascondiglio della banda, così pianificherà il suo rapimento, grazie all'aiuto di Nancy, una ragazza costretta a prostituirsi, e del compagno, il temibile Bill, un uomo privo di scrupoli, con al seguito un feroce cane.
Vi saranno però altri motivi che spingeranno la banda di ladri a dare la caccia a Oliver, ma questo potreste scoprirlo da voi se deciderete di affrontare questo classico della letteratura.
Il romanzo ha come sottotesto una denuncia sociale sugli orfanotrofi dell'epoca e la vita che erano costretti a fare i ragazzini senza una famiglia.
Mi è piaciuto? Nì, di sicuro scritto bene, ma troppo articolato per i miei gusti.
Saprete già che ne è stato tratto anche un film (2005) che ho visto, e che ho sinceramente preferito, perché appunto la trama è stata scalata con opportuni tagli.
Valutazione
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