Trama
Un lungo racconto autobiografico che ritrae, con affetto e partecipazione, la Sicilia, la cittadina di Bagheria, l'atmosfera in cui la Maraini approda da bambina dopo due durissimi anni di prigionia in un campo di concentramento giapponese. Dai ricordi, dai sapori, dagli odori, emerge tutto un mondo fatto di affetti profondi, di scoperte del sesso, della natura e poi la mafia, lo scempio edilizio, l'arroganza di una società che sconvolge.
Recensione
Un libro sulla mia città
Ho letto questo libro per molteplici motivi tra cui: l'averne sentito parlare benissimo, essere abitante di Bagheria sin da bambino, ed avere particolare interesse verso la magnifica Villa Valguarnera considerato che ambienterò proprio in questo luogo il terzo volume della mia trilogia giallo gotica "Sul viale delle ombre". Ed è proprio in questa villa che l'autrice, Dacia Maraini, ha vissuto durante i primi anni della sua vita, subito dopo essere tornata da un campo di concentramento in Giappone al termine della seconda guerra mondiale, insieme ai genitori e alle due sorelle.
Il libro è un romanzo breve che, reso ancora più breve dalla scorrevolezza della scrittura, si può terminare benissimo in un week end. All'interno, l'autrice si è aperta, fornendo il suo personale punto di vista sui vari aspetti della sua vita e sui ricordi legati alla città siciliana di Bagheria, a pochi chilometri da Palermo, ai tempi soltanto un piccolo paese. L'autrice descrive quindi Bagheria da molteplici punti di vista: come quello geografico, degli abitanti e delle loro tradizioni (tipici dei siciliani dell'epoca), culinario, politico e mafioso. Perché in quegli anni la mafia c'era eccome, anche se non se ne parlava e si diceva inesistente. Ma l'autrice si sofferma anche sulla vita nella villa di famiglia e dei parenti, da parte di madre, che l'hanno ospitata, nonostante i rapporti non fossero buoni, e così rimasero, tant'é vero che la Maraini non si sente parte di quel mondo aristocratico da cui discende, anzi, si contrappone ad esso e alla sua mentalità, finendo per quasi odiare la bellissima villa di famiglia, simbolo di quella mentalità aristocratica.
In questo bel romanzo, spaccato di un'epoca ormai lontana dall'odierna, è possibile scoprire tutta la bellezza della Sicilia, oscurata in parte dalle problematiche che l'attanagliano forse da sempre. Problematiche che hanno reso le ville stesse di Bagheria oggetto di depredazione e di abuso del potere. Grazie a ciò, ad oggi conta 60mila abitanti, ma ha perso due polmoni verdi, tra cui il giardino di villa Butera, oltre quello di Villa Valguarnera, e ha quasi distrutto la bellezza di villa Palagonia lasciando che i palazzi, costruiti addossati alle mura di cinta, la oscurassero.
Valutazione
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