Trama
Fra la partenza e l'arrivo in un viaggio per mare da Palermo a Napoli, il 26 marzo 1938, si perdono le tracce del trentunenne fisico siciliano Ettore Majorana, definito da Fermi un genio della statura di Galileo e di Newton. Suicidio, come gli inquirenti dell'epoca vogliono lasciar credere, o volontaria fuga dal mondo e, soprattutto, dai terribili sviluppi che una mente così acuta e geniale può aver letto nel futuro della scienza, prossima alla messa a punto della bomba atomica? Su questo interrogativo Sciascia costruisce uno dei suoi romanzi più intensi per la finezza dell'analisi e dell'immedesimazione in moventi non detti, come nella logica e nell'etica segreta di Majorana.
Recensione
La scomparsa di un genio
Leonardo Sciascia con questo suo libro intende fare luce sulla scomparsa di Ettore Majorana, un caso archiviato come suicidio. Ma non essendo mai stato ritrovato il corpo, l'autore ipotizza che lo scienziato italiano possa, semplicemente, aver deciso di far perdere le proprie tracce per fuggire da una vita che gli stava troppo stretta. Un genio così abile nei calcoli matematici che a soli tre anni riusciva a risolvere calcoli complessi anche per gli adulti, un genio che, secondo Sciascia, possa essersi avvicinato insieme ad altri fisici e scienziati, alla scoperta che avrebbe poi introdotto il mondo alla bomba atomica. Secondo l'autore, Majorana si è ritrovato a prendere una decisione drastica, abbandonare persino se stesso pur di non mandare avanti i suoi studi su una scienza che non poteva fare altro che essere dannosa per l'umanità. Un bel libro di facile lettura, che con alcune frasi mirate, riesce a farci prendere coscienza di cosa sia giusto e sbagliato.
Valutazione
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