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Castelli di rabbia di Alessandro Baricco - Recensione

castelli di rabbia di alessandro baricco recensione

Estratto della recensione

E in questo romanzo di personaggi particolari ne esistono diversi, tutti con le loro ossessioni, passioni e paure, e tutti abitanti di Quinnipak, cittadina immaginaria ottocentesca, in cui Baricco intreccia la vita, che è destino, che è caso.

Trama

A Quinnipak c’è una locomotiva di nome Elizabeth, la locomotiva del signor Rail. A Quinnipak si suona l’umanofono, lo strumento del signor Pekish. Quinnipak è un luogo dove chi vive o chi ci arriva ha una storia scritta addosso. Quinnipak è un luogo che invano cerchereste sulle carte geografiche.

Recensione

L'esordio di un grande autore

"Castelli di rabbia" è l'opera d'esordio di Alessandro Baricco, autore che è entrato nella rosa dei miei preferiti grazie al suo stile di scrittura, ma soprattutto per le emozioni che riesce a evocare attraverso i suoi personaggi e le loro storie.

E in questo romanzo di personaggi particolari ne esistono diversi, tutti con le loro ossessioni, passioni e paure, e tutti abitanti di Quinnipak, cittadina immaginaria ottocentesca, in cui Baricco intreccia la vita, che è destino, che è caso.

Trovo davvero complicato recensire questo libro, che mi ha emozionato nonostante non sempre comprendessi dove volesse andare a parare l'autore. Ci tengo a dire però che ho notato una maggiore completezza nelle altre sue due opere che ho letto: Seta e Novecento.

Nonostante lo stile di scrittura sia magnifico e nonostante ammetta che questo libro mi sia piaciuto, non credo sia al livello dei suddetti. L'ho trovato più ostico e manca qualcosa, forse una certa disciplina nel reggere la sua grande voglia di esprimersi e che per fortuna ho trovato nei successivi romanzi, molto più lineari. Ma andiamo al romanzo.

Quinnipak è un luogo quasi mistico, in cui si vive nell'arretratezza del periodo storico, ma che esprime tutta una sua visione del futuro sospeso tra realtà e fantasia. Così ecco i coniugi Rail che vivono un amore tutto loro, incomprensibile per chiunque altro e soprattutto per il lettore, lui con la sua locomotiva Elizabeth e lei che attende il marito tornare dai suoi viaggi. Ma citare soltanto loro non sarebbe giusto, perché tanti altri personaggi fanno da contorno, ognuno con le sue ambizioni, come l'architetto Hector Horeau con la sua cattedrale di vetro, e il signor Pekisch con il suo umanofono. E tanto altro esiste a Quinnipak, dove Alessandro Baricco ha inventato persino se stesso, interrogandosi sugli aspetti più complessi della nostra esistenza.

Credo che l'autore mi abbia fatto capire quanto sia bella la vita, nonostante a volte non la comprendiamo appieno, proprio come avviene con questo romanzo.

Consiglio di leggerlo, perché qualcosa di sicuro vi lascerà.

Valutazione

La lettura viene valutata in base ai gusti personali del lettore. Un libro che non piace a un lettore può essere splendido per un altro. Se sei l'autore, o l'autrice, e pensi che questo tuo libro sia stato valutato male, evita di contattarmi o di commentare lamentandotene.

Letto 110 volte Ultima modifica il Lunedì, 23 Maggio 2022 22:37

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