Trama
È la vigilia di Natale e Blythe è seduta in macchina a spiare la nuova vita di suo marito. Attraverso la finestra di una casa estranea osserva la scena di una famiglia perfetta, le candele accese, i gesti premurosi. E poi c'è Violet, la sua enigmatica figlia, che dall'altra parte del vetro, a sua volta, la sta fissando immobile. Negli anni, Blythe si era chiesta se fosse stata la sua stessa infanzia fatta di vuoti e solitudini a impedirle di essere una buona madre, o se invece qualcosa di incomprensibile e guasto si nascondesse dietro le durezze e lo sguardo ribelle di Violet. Quando ne parlava con Fox, il marito, lui tagliava corto, tutto era come doveva essere, diceva. Era cominciata così, o forse era cominciata molto prima, quando era stata lei la bambina di casa. Blythe ora è pronta a raccontare la sua parte di verità, e la sua voce ci guida dentro una storia in cui il rapporto tra una madre e una figlia precipita in una voragine di emozioni, a volte inevitabili, altre persino selvagge. Un tour de force che pagina dopo pagina stilla tutto quel che c'è da sapere quando una famiglia, per preservare la sacralità della forma, tace. Viscerale, onesto fino alla brutalità, "La spinta" è un viaggio ipnotico e necessario nella psiche di una donna a cui nessuno è disposto a credere.
Recensione
Un thriller psicologico disturbante
Era da anni che non leggevo un thriller psicologico talmente forte, di grande impatto emotivo e, seppur con poca azione, adrenalinico e calamitante.
Questo romanzo tiene infatti incollati alle pagine, e se si ha abbastanza tempo, si termina in soli due giorni di lettura.
Non soltanto per scoprire chi dei due sia la persona veramente disturbata, se la figlia, la piccola Violet, o la madre, Blythe, ma anche per non allontanarsi dal dolore che prova la protagonista.
Mi sono ritrovato infatti catapultato nelle emozioni di Blythe, senza poterne uscire se non attraverso la fine del romanzo.
A mio parere è stata questa la vera bravura dell'autrice: è stata capace di porre il lettore, non soltanto donna, nei panni di una madre. Descrivendo inizialmente le fatiche del parto e de post parto, con tanto di allattamento e notti insonni, in un modo crudo e spaventoso. Per poi annientare definitivamente la maternità con la cosa più brutta che possa accadere a una madre: non riuscire a voler bene al proprio figlio.
In questo caso si tratta di una figlia, Violet appunto, una bambina che non verrà amata. Come la nonna non aveva amato a suo tempo Blythe.
Si può quindi già pensare a un testo che metta in risalto la vita di una madre snaturata, ma a questo si aggiunge qualcosa di molto più grave. Violet cresce e inizia ad avere istinti violenti che non aiutano di certo Blythe a superare l'indifferenza che prova per lei.
Da qui nasce spontaneo il quesito: Violet è aggressiva perché non è stata mai amata dalla madre, oppure la madre non l'ha mai amata perché la percepiva già aggressiva dai primi giorni?
Il marito, Fox, non aiuta e pensa subito che il problema della famiglia sia soltanto Blythe. Per la donna inizierà così la caduta in una spirale di fallimenti e depressione che proverà a superare mettendo al mondo un altro figlio. Ma senza riflettere su ciò che potrebbe fargli Violet.
Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo, per certi versi mi ha stupito, per altri, sul finale, un po' meno. Pensavo a un finale inaspettato e invece l'ho trovato un po' piatto, ma senza rovinare assolutamente la lettura, anzi credo che abbia dato un certo significato a tutto il resto.
Consigliatissimo, ma vi avverto, se siete troppo impressionabili, forse meglio lasciare perdere.
Valutazione
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