1. Ciao Stefania, per gli amici Fania, e benvenuta nel Salotto degli Scrittori, accomodati pure. Ci conosciamo ormai da un po’ di tempo, anche se non ci siamo mai visti dal vivo, e su Instagram sei molto apprezzata, quindi ti faccio i miei complimenti per tutto ciò che fai. Sei un'appassionata lettrice, ma anche una scrittrice che ama scrivere sia in prosa che in rima, infatti, ho potuto appurare la tua bravura anche come poetessa. Cosa ti ha spinta a scrivere la tua opera intitolata “Sinfonie dell’attesa”? Di cosa si tratta?
Si scrive per esternare un disagio, un dolore, un rimpianto ma anche un momento inatteso che per un attimo magari ha attraversato la nostra vita. “Sinfonie dell’attesa” nasce così, quasi per caso, quando mi è venuto spontaneo raccogliere in rima tutto ciò a cui dovevo dare un ordine per tacitare non solo i pensieri ma soprattutto il cuore. A dire il vero nel 2009 un mio racconto era stato selezionato per la raccolta “Io mi ricordo” curata da “Banca della Memoria”, con la regia di Giacomo Papi ed edita da Einaudi. Era una raccolta a cui avevano preso parte anche autori famosi, tra cui Camilleri e probabilmente questo mi aveva dato la spinta a continuare. Così nasce nel 2016 “Sinfonie dell’attesa”, un misto di poesia e prosa, ritratti di personaggi e brevi storie
Per i racconti invece ho molto amato "Ugo", una storia semplice e diretta, dove in poche righe si intersecano, la malattia, l'amore per gli animali e quello per i figli. Mentre "Lorenzino" mi ha lasciato a bocca aperta.